REENACTMENTS On curating on collecting – Opening 17 gennaio 2015 ore 18

REENACTMENTS On curating on collecting Leone Contini Sophia Eham Delio Gennai  Juan Pablo Macías a cura di Emily Barsi Studio Gennai Via San Bernardo, 6, Pisa  17.1 – 7.2.2015 Opening 17 gennaio 2015 ore 18

REENACTMENTS On curating on collecting

Leone Contini, Sophia Eham, Delio Gennai, Juan Pablo Macías

a cura di Emily Barsi

Studio Gennai

Via San Bernardo, 6, Pisa 17.1 – 7.2.2015

Opening 17 gennaio 2015 ore 18

Sabato 17 gennaio alle ore 18 si inaugura la mostra Reenactments – on curating-on collecting allo Studio Gennai di Pisa, un progetto di Guastapaglia Contemporary Art. La mostra rievoca progetti di quattro artisti presenti nella collezione Guastapaglia, una raccolta ancora giovane, frutto dalla passione per l’arte e della costante collaborazione tra collezionista e curatrice. Gli artisti Leone Contini, Sophia Eham, Delio Gennai e Juan Pablo Macías sono invitati a rimettere in scena quattro installazioni presentate recentemente in spazi artistici in Germania, curati da Emily Barsi e sostenuti in parte dalla collezione Guastapaglia. Lo Studio Gennai diventerà cosi luogo di Reenactments e fruizione estetica dei quattro progetti, ognuno dei quali dalla natura itinerante e ancora in piena fase evolutiva.

 Delio Gennai. Nell’installazione Hilal, Above the Rubble, creata appositamente per galleria Gedok Monaco di Baviera nel 2012, Delio Gennai rielabora un’ormai dimenticata testimonianza delle guerre turche del XVII secolo. Si tratta di uno stendardo ottomano, esposto per circa 200 anni nel Duomo Frauenkirche di Monaco di Baviera come simbolo della vittoria cristiana sugli Ottomani. La bandiera andò persa durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e solo qualche foto e ne documenta l’esposizione come trofeo di guerra nel Duomo. Con Hilal, Above the Rubble Delio Gennai fa resuscitare virtualmente l’ormai scomparsa “bandiera turca” della Frauenkirche rimuovendo i simboli dello stendardo dal loro nesso originario e dirigendo l’attenzione dello spettatore su di essi. Si tratta di un progetto ancora in evoluzione e in piena fase di ricerca, in collaborazione con l’Istituto di Arte Islamica dell’Università di Monaco di Baviera (LMU) e con l’ordine dei Cavalieri della Chiesa di Santo Stefano di Pisa.

L’artista messicano Juan Pablo Macías rievoca Tiempo Muerto: History of the Universe in twenty minutes. Tiempo Muerto è un progetto itinerante che si pone come obbiettivo l’acquisto di un nuovo spazio per la Biblioteca Social Reconstruir di Città del Messico, la più grande risorsa di testi anarchici dell’America Latina. La mostra, presentata come terza tappa al Kunstraum di Monaco di Baviera nel 2013, si incentrava sul processo editoriale degli ultimi due numeri della rivista Tiempo Muerto, TM#2 e TM#3. Il programma editoriale è stato attivato nel 2012 come un modo per accompagnare il progetto e riflettere in senso astratto e pragmatico sul rapporto tra conoscenza del potere e conoscenza insurrezionale. Durante il periodo della mostra allo Studio Gennai video, opere fotografiche e performances testimoniano il processo di produzione editoriale. Inoltre, oltre 300 foto di piccole dimensioni illustranti lo sviluppo di Topolobambo, una colonia utopica in Messico fondata nella seconda metà del XIX secolo, verranno esposte sulle pareti della galleria e potranno essere acquistate direttamente dai visitatori per un importo pari alle tariffe applicate dal “proprietario originale.”

Leone Contini. Il progetto itinerante Imagined Menu si sviluppa a partire dalla sconfitta militare italiana nota come la disfatta di Caporetto, 1917. “Giosuè Fiorentino, fratello di mio nonno, fu preso prigioniero pochi giorni dopo lo sfondamento delle linee italiane e trascorse l’ultimo anno di guerra a Cellelager, nel nord della Germania. Gli internati nel lager di Celle soffrirono il freddo e la fame, ma allo stesso tempo misero in atto strategie collettive di resistenza. Alla sbobba del campo, a malapena sufficiente per mantenere il loro corpi in vita, i prigionieri contrapposero un cibo immaginato. Era il cibo dei ricordi, ricette raccontate nelle lunghe ore di noia e fame, che Giosuè trascrisse su due taccuini. Voglio immaginare questo gesto come il tentativo di rifondare un’idea di comunità a partire dalla folla di corpi affamati che gremiva la baracca B98 – uno dei due taccuini porta questa sigla come titolo -, attraverso un’azione corale di immaginazione e condivisione. Il risultato è un vasto mosaico di cucine italiane di inizio 900, filtrato attraverso il ricordo soggettivo e spesso ipertrofico dei soldati affamati, 250 ricette dal Friuli alla Sicilia“. L. Contini Allo studio Gennai l’artista ricostruisce la seconda tappa di Imagined Menu, presentato nel 2014 al Kunstraum di Monaco di Baviera in cooperazione con Kunstverein Milano. L’installazione, costituita dalle “tracce” prodotte durante una lecture-performance, era stata concepita come flusso narrativo che de-costruisce le procedure di nutrizione e controllo del corpo del soldato durante la Grande Guerra, dalle trincee fino ai campi di prigionia, dopo la disfatta di Caporetto.

Sophia Eham: la giovane artista tedesca è cresciuta a Tegernsee, in Germania. Dal 2011 vive e lavora tra Rio de Janeiro e Monaco di Baviera. Si è laureata in Industrial Design a Barcellona Eina e alla IUVA a Venezia. Dopo l’esperienza di lavoro al CAM Chelsea Museum of Art e la Galleria Nilufar di Milano, continua i suoi studi presso EAV Parque Lage, Scuola di Arti Visive a Rio de Janeiro. Allo Studio Gennai l’artista espone il suo progetto fotografico Fantasmi e Desideri. L’artista si riferisce a un mondo femminile con ritratti e autoritratti. Sono frammenti e collage di fotografie che esplorano l’espressione personale di femminilità e di intimità. Un punto centrale nella ricera di Sophia Eham è costituito da una costante ricerca e riflessione del vivere una vita nomade nella nostra società contemporanea.     REENACTMENTS on curating/on collecting Leone Contini Sophia Eham Delio Gennai Juan Pablo Macías curated by Emily Barsi Studio Gennai Via San Bernardo 6, Pisa 17.1 – 7.2.2015 Opening 17.1. 2015 at 6pm Saturday, January 17 at 6pm the exhibition Reenactments – on curating/on collecting opens at the Studio Gennai in Pisa. The exhibition recalls installations of four artists that are part of the collection Guastapaglia, a still fairly new collection, fruit of a passion for art and a still on-going cooperation between collector and curator. The artists Leone Contini, Sophia Eham, Delio Gennai and Juan Pablo Macías are invited to recall four installations that have been presented recently in art spaces in Germany, curated by Emily Barsi and supported in part by the collection Guastapaglia. The Studio Gennai becomes thus the place of the reenactments of the four projects, each of itinerant nature and still in a developmental stage. Delio Gennai. In his installation Hilal, Above the Rubble, created specifically for the gallery Gedok Munich in 2012, he elaborates an almost forgotten evidence of the Turkish wars of the seventeenth century, an Ottoman banner displayed for about 200 years in the cathedral of Munich Frauenkirche as a symbol of the Christian victory over the Ottomans. The flag got lost during the bombings of World War II and only a few pictures demonstrate its former display as a war trophy in the Cathedral. With Hilal, Above the Rubble Delio Gennai virtually resurrects the disappeared “Turkish flag” of the Frauenkirche, removing the symbols of the banner out of their original context and directing the viewer’s attention to them. It is a project still in development and in the process of research, performed in collaboration with the Institute of Islamic Art at the Ludwig-Maximilians-University of Munich (LMU) and the Order of the Knights of the Church of Santo Stefano di Pisa. The Mexican artist Juan Pablo Macías recalls Tiempo Muerto: History of the Universe in twenty minutes. Tiempo Muerto is a traveling project whose objective is the purchase of a new space for the Library Social Reconstruir in Mexico City. It works as a platform for research of anarchist texts. The exhibition, presented as a third stop at the Kunstraum in Munich in November 2013, was focused on the editorial process of the last two issues of the magazine Tiempo Muerto, TM#2 and TM#3. The publishing program was launched in 2012 as a way to accompany the project and to reflect in an abstract a pragmatic about the relationship between knowledge of power and insurrectional knowledge. During the period of the exhibition at Studio Gennai video, photographic works and performances testify to the process of publishing. In addition, 323 small photos illustrating the development of Topolobambo, an utopian colony founded in Mexico in the second half of the nineteenth century, will be exhibited on the walls of the gallery and can be purchased directly by visitors for the amount of the fees charged by the “original owner . Leone Contini. The itinerant project Imagined Menu by the Italian artist Leone Contini arises from a historical event that happened in October 1917: the Defeat of Caporetto. “Giosuè Fiorentino, my grandfather’s brother, was captured a few days after the breakthrough of the Italian lines and spent the last year of the war in Cellelager, in northern Germany. The inmates in the camp of Celle suffered cold and hunger, but at the same time they developed collective strategies of resistance. They contrast the “Sbobba”, the soup that barely keeps them alive in the camp, by sharing recipes of “imagined” food. I like to imagine this gesture as an attempt to re-establish an idea of community out of a crowd of starving bodies the inhabitants of the barrack B98 – one of two notebooks carries “B98” as a title – through a collective action of imagination. The result is a vast mosaic of Italian recipes – 250 recipes from Friuli to Sicily – filtered through the subjective and often hypertrophic memories of the starving soldiers.” L. Contini. At the Studio Gennai Leone Contini re-enacts the second step of the traveling project Imagined Menu, presented in 2014 at the Kunstraum in Munich in cooperation with Kunstverein Milano. The installation consisted in the traces left during a lecture performance that de-constructs the means for procedures of nutrition nourishment and control over the body of the soldier during the Great War, from the trenches to the prison camps after the defeat of Caporetto. Sophia Eham grew up in Tegernsee, Germany. Since 2011 she has been living and working in Rio de Janeiroand Munich. She graduated in Industrial Design in Barcelona at Eina and at IUVA in Venice. After work experience at CAM Chelsea Museum of Art and Nilufar Gallery in Milan, she continues her studies at EAV Parque Lage, School of Visual Arts in Rio de Janeiro. She exhibited her work at EAV of Visual Arts School Parque Lage (Rio de Janeiro). At the Studio Gennai the artist shows her fotografic project Fantasmi e Desideri. The artist refers to a feminine world with portraits and self-portraits. They are fragments and collages of photographies that explore an personal expression of feminity and intimacy as well as it consists of a research on our contemporary way of living a nomad’s life.




 

studiogennai@yahoo.it
tel: 348 8243760
www.studiogennai.it
facebook.com/pages/Studio-Gennai-arte-contemporanea-


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