Paolo Menici | Ivo Almilamaro | Collettiva

Paolo Menici | Ivo Almilamaro | Collettiva

Inaugurazione sabato 15 marzo 2025 ore 17.00

Paolo Menici  – Confini

Ivo Almilamaro – Eterogenesi dei fini

Collettiva – Semi di Speranza:

Simone Arrighi

Francesco Barbieri

Giancarlo Bertoncini

Antonio Cecchi

Alfredo Colombini

Anita D’Orazio

Dania Gennai

Delio Gennai

Erica Lecci

Rita Lorusso

Alberto Martini

Laura Matteoli

Alessandro Mauro Perini

Fabio Peloso

Fabrizio Pizzanelli

Marco Ritrovato

Inaugurazione sabato 15 marzo 2025 ore 17.00

dal 15 marzo al 5 aprile 2025

Paolo Menici

Paolo Menici, nato a Livorno nel 1953, è uno scultore che fonda la sua arte sul dialogo tra materia, natura e memoria. Le sue opere, ispirate a elementi naturali come piante e rocce, combinano forme organiche e geometriche, creando un equilibrio tra il mondo naturale e quello costruito.

Laureato in scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara, si è formato nei laboratori del marmo. Dal 1988 insegna Discipline Plastiche in vari licei artistici toscani. Dal 2005 lavora prevalentemente la ceramica, con un approccio tattile che rende la scultura un’esperienza sensoriale. La sua arte valorizza la concretezza della materia e il legame con la natura. Vive e lavora a Livorno.

Confini

Nella mostra Confini, Paolo Menici esplora il concetto di limite, inteso come separazione, e di unione, come connessione. Questi due significati si intrecciano nel termine stesso, dove il “fine” diventa confine e il “con” allude alla relazione che unisce. Ogni oggetto, infatti, possiede una superficie che lo mette in comunicazione con il mondo circostante, e queste superfici, nel loro dialogo con la natura, si configurano in una molteplicità di forme, modellate dai materiali e dal loro rapporto con lo spazio. Tali forme si organizzano, dando vita a un paesaggio che riflette il “con” del termine Confini.

La scultura, in questo contesto, è intesa come una composizione di elementi che definiscono lo spazio. La superficie è ciò che vediamo della materia, mentre lo spazio che separa e unisce gli oggetti rimane intangibile. La percezione fisica dello spazio, infatti, si svela solo attraverso il movimento, ma la modernità ha creato spazi visivi frammentati e discontinui, lontani dalla realtà materiale e privi della tangibilità che solo il tatto può restituire.

Il processo creativo di Menici si concentra sulla trasformazione dei materiali, cercando di evocare sensazioni tattili che vanno oltre gli schemi visivi tradizionali. La sua ricerca si sviluppa attraverso il contatto diretto con i materiali stessi, usando forme e sensazioni che rimandano alla natura e alla memoria. Confini si inserisce nel panorama dell’arte contemporanea, unendo influenze da Cézanne e dal cubismo agli artisti informali, esplorando in che modo le forme naturali interagiscono con lo spazio.

Tra i materiali utilizzati, l’argilla emerge come il più adatto, grazie alla sua plasticità e alla sua connessione intrinseca con gli elementi naturali. La scultura, attraverso la lavorazione dell’argilla, diventa un processo in continua evoluzione, che riflette la crescita e la trasformazione dei materiali stessi. In questo modo,

Confini vuole risvegliare un legame sensoriale con la natura, offrendo un’esperienza che riconnetta l’essere umano a un mondo fisico sempre più distante e compromesso.

www.paolomenici.com



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