Ruggero Maggi – Mucca Caotica – 7 dicembre 2001
Studio Gennai – Mucca Caotica
MUCCA CAOTICA
di
Ruggero Maggi
inaugurazione 7 Dicembre ore 18
dal 7 al 30 Dicembre 2001
“Mucca Caotica” vuole riassumere, attraverso installazioni e quadri polimaterici, il percorso intrapreso negli ultimi anni da Ruggero Maggi. Dal concetto di Caos e Arte alla matericita della tavolozza cibernetica, dalla ironica trasformazione della mucca pazza, elaborata su pelle sintetica ed assunta a logo della mostra, all’interpretazione più etica della pelle della pelle/africa.
Tra gli ultimi eventi espositivi dell’estate appena trascorsa, sono da segnalare le installazioni e gli interventi proposti da Ruggero Maggi: dalla 49° Biennale di Venezia con la partecipazione al progetto “Bunker Poetico” esposto alle Corderie, alla mostra – a cura di Stefania Carozzini – “From pencil to laser” con opere fotografiche relative alla laser -installazione “La nascita delle idee” che, dopo Milano, ha visto come tappe successive l’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco e la “Fire Patrol No5 Art” di New York; da “InNaturalmente Arte” – percorsi diversi che si incontrano nelle pluralità dell’arte – a cura di Antonia Ciampi, con l’installazione “Fractus” ospitata in una delle sale della prestigiosa Fondazione Villa Benzi Zecchini di Caerano San Marco (TV), alla 7° Rassegna di Arte Contemporanea “Fuori dal comune” a cura di Giovanni Gurioli a Modigliana (FO), con l’installazione “Arrampicante” – foglie d’edera che, come viva pelle, tratteggiano e scolpiscono sembianze umane -e, alla Galleria d’Arte Contemporanea Vero Stoppioni di S.Sofia (Fo), con la performance/installazione “La lunga linea Silenziosa” all’interno della mostra “FigurAzione” a cura di Daniela Del Moro; per concludere con l’operazione landart 4 “Contatto-Contagi” a cura di Maria Luisa Trevisan all’isola del Lazzaretto Nuovo (Ve) con il poema visivo “Morte caotica”; con la realizzazione dei lavori “Chiocciola caotica” – in cui l’emblema della comunicazione informatica si distende fino a comporre la parola caos – e “Underwood/Isole frattali” – una parete bianca che, neutra in assenza dei raggi ultravioletti, diventa luminosa e riflettente, come un neon azzurro, quando si accendono le lampade di wood rivelando, mediante una particolare vernice, tratti segni arcipelaghi nascosti…. il caos che emerge, l’assenza/presenza, il disordine nell’ordine e viceversa, l’attesa e l’attenzione del crepuscolare e della notte – opere in permanenza all’interno dell’ Albornoz Palace Hotel di Spoleto, diretto da Sandro e Fabio Tulli.
Lascia un commento