Tra il mara e il mures – Sergio Pampana – Inaugurazione 18 marzo 2006 ore 18
foto
TRA IL MARA E IL MURES
opere di
SERGIO PAMPANA
presentazione di
Ezio Menzione
inaugurazione:
sabato 18 Marzo ore 18
dal 18 Marzo al 7 Aprile 2006
orario: feriale 18-20
PISA-MARAMURES E RITORNO
Non tutti lo sanno: per fortuna non è ancora comparso sui “Viaggi” di “Repubblica”. Il Maramures è una regione montuosa del nord della Romania, ancora agreste, ancora intatta, assai arretrata. Da molti anni Pampana vi si reca, una o due volte all’anno e vi conduce quelli che molti chiamano “campagne fotografiche” o, peggio,“safari fotografici”: mai termini suonarono più inappropriati che in questo caso: il primo evoca blitz e campagne militari, il secondo la conversione voyeuristica di stragi animali. Tutt’altro il registro di Pampana, che in tutti questi anni ha instaurato rapporti di amicizia con questa popolazione contadina di montagna, entrando nelle loro magnifiche chiese di legno, nelle loro case addobbate di panni bianchi ricamati di colori accesi, è stato invitato per battesimi e matrimoni, persino per banchetti funebri, insomma è diventato uno di loro.
Ecco allora che il suo occhio si è esercitato con acutezza, cogliendo l’insieme ed i particolari, con un’attenzione quasi da etnologo, ma con la partecipazione dell’ “amico di famiglia”, E il particolare – sia esso i cappellini di paglia per i giovani scapoli o la vecchia stufa di latta dei minatori – si inscrive sempre in una composizione in bianco e nero esatta, calibrata e allo stesso tempo sontuosa.
Se, come si fa di solito, vogliamo trovare “padri nobili”all’artista (esercizio non inutile, perché significa rintracciare radici, il che non è poco) la mente corre subito al grande Gianni Berengo Gardin (ma anche a Scianna) e all’Italia che egli immortalò in bianco e nero nel momento in cui passava dall’era contadina al boom industriale e commerciale, fissando definitivamente un mondo che stava scomparendo, con affetto, ma anche con lucidità: ben consapevole che dopo pochi anni le cose non sarebbero state più così: ed in effetti non lo furono più.
L’occhio di Pampana (grande fotografo, ma anche grande animatore culturale nel campo della fotografia) sa cogliere questi momenti unici di passaggio (e non solo il passaggio dal vecchio al nuovo, ma anche, per esempio, quello dal nuovo al nuovissimo: si vedano i suoi scatti sulla nuova Londra) e sa leggerli e fissarli in un particolare, sia esso le rughe di una vecchia, gli occhi di una bambina o un carro funebre decorato come una tavola imbandita, e sa inscriverli in una composizione che ci restituisce non solo il sapore, ma tutta l’ampiezza di un mondo altrimenti così lontano, ma al quale riusciamo, una volta tanto, a partecipare, come ricordiamo di avere partecipato, da bambini, alle ultime feste di paese.
E’ per questo che ogni ritorno di Pampana dai suoi viaggi è atteso dai suoi amici per vedere le nuove foto, come erano attesi i ritorni dei nostri nonni da posti lontani o dal paese vicino con racconti che ci restituivano sia la meraviglia che la vita quotidiana dei luoghi visitati.
Ezio Menzione
Pisa – Marzo 2006
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