Renato Spagnoli opere dal ’64 al ’72 – Inaugurazione 4 dicembre 2010
STUDIO GENNAI Arte contemporanea
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RENATO SPAGNOLI
Opere dal ‘64 al ‘72
Presentazione
di Maria Francesca PEPI
Inaugurazione sabato 4 dicembre ore 18
Dal 4 al 31 dicembre 2010
Orario: 17- 19.30
tutti i giorni chiuso i festivi
RENATO SPAGNOLI
OPERE 1964-1972
Sequenze alfanumeriche reiterate, perturbate, scomposte in segmenti frammisti, che ne impediscono un’agevole lettura; “ipertesti”, che introducono a strati soggiacenti da esplorare: gli alfabeti di Spagnoli partecipano di una duplice tensione, visiva e concettuale.
Disposti secondo un affollamento sincronico ordinato con meticolosa, complessa sobrietà, alludono alla selva mediatica in cui si trova immerso l’uomo della civiltà post-industriale.
Sovreccitato dall’eccesso di comunicazione, talvolta inibito o scopertamente tratto in scacco dalla compresenza o illusorietà di messaggi stridenti e contraddittori, l’homo technologicus si riscopre stressato e frustrato da quello stesso flusso di informazioni che, con pari ansietà, produce e tenta di codificare.
Il linguaggio artistico di Spagnoli, di matrice analitica e concettuale, mira al centro delle criticità scoprendo i nervi di una comunicazione afasica e sincopata, che ripete se stessa e lambisce la tautologia, avvolgendo l’individuo in un isolamento utilitaristico e sterile.
Traccia, con asciuttezza e senza compiacimenti, le “strutture di visione”, così compiutamente definite nel titolo della mostra del XV Premio Avezzano (1964), dove è stata raccolta buona parte dei principali gruppi ed esponenti di avanguardia cinetica e programmata in ambito nazionale e internazionale. Spagnoli vi partecipa con il Gruppo Atoma (1964-66), costituito con Giorgio Bartoli, Mario Lido Graziani e Renato Lacquaniti.
Con tempestiva lucidità, l’artista coglie i tratti distintivi della temperie culturale fautrice di teorie e pratiche artistiche orientate a sondare la fenomenologia della percezione, le logiche e le distorsioni della forma nello sguardo del soggetto chiamato, ma più frequentemente sollecitato, a leggere e interpretare la realtà circostante.
Restituisce l’humus in cui è stato originato, intriso di strutturalismo, di teorie della percezione confortate da una crescente propensione neoconcretista e si dimostra perfettamente in linea con le posizioni dei grandi movimenti artistici operanti nella scena internazionale vicini alla Op art, vale a dire Nuove Tendenze e, tra gli italiani, il Gruppo N e il Gruppo T, rivelando peraltro, in piena autonomia, interessanti elementi confrontabili con la nascente Poesia Visiva.
Rispetto ad essa, rimane saldamente centrale nella sua ricerca la visualità dell’immagine, costruita secondo linee direttrici interne ad essa, riconducibili a criteri estetico-formali e non derivanti dal codice verbale.
Dopo lo scioglimento del Gruppo Atoma, Spagnoli si dedica anche alle serigrafie su lastra metacrilata trasparente, che conferiscono alle sue scritture visive, ed in particolare alla prima lettera dell’alfabeto, lungamente prediletta, una maggiore leggerezza e ariosità; si accosta alla Galleria Sincron di Brescia, dove conosce Bruno Munari, grazie al quale espone in vari Paesi la nuova produzione di multipli. Per quanto nel ’69 partecipi alla fondazione del Gruppo Techne, diretto da Miccini, Spagnoli rimane coerente al suo originale percorso di ricerca sulle scritture visive. Sviluppa con scrupolosità la decostruzione e ricostruzione del segno, rappresentato dalla prima lettera dell’alfabeto, quasi un archetipo di ogni forma di scrittura. La dialettica tra significante e significato si arricchisce negli anni successivi e si trasforma strutturalmente con l’introduzione di stesure di colore squillante, a tinte piatte. Emancipandosi da una superficie lungamente analizzata e passibile di divenire inerte, l’opera si fa colore. Il colore stesso si fa materia. Conquista la terza dimensione e si fa autostante, capace di interloquire con il piglio della propria presenza, senza la mediazione di alcun codice che faccia riferimento alla scrittura o alla comunicazione verbo-visiva.
M. Francesca Pepi
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